Decalogo per il controllo della pressione

Scritto il 04/03/2023

Mi scusino gli ipertensivologi, emeriti esperti internazionali della pressione arteriosa, per il modo semplicistico con cui affronterò l’elencazione delle informazioni e dei consigli al pubblico sulla pressione arteriosa, frutto in parte della mia esperienza. Mi ha guidato il fine di renderli comprensibili e utili a tutti, che ritengo debba prevalere sulla precisa dottrina medica. Specialmente oggi che abbiamo la possibilità di autogestire la pressione con gli apparecchi digitali di automisurazione.


1- La pressione del sangue (PA) espulso dal ventricolo sinistro durante la sua contrazione ad ogni battito è più alta a livello dell’arteria che la riceve dal ventricolo, l’aorta, e va diminuendo via via nei punti più lontani (piedi, mani). Può essere paragonato al getto d’acqua intermittente degli irrigatori dei campi, dove, se potessimo misurare in mmHg la pressione subito dopo l’uscita dal beccuccio e lungo l’arco che fa prima di giungere a terra, registreremmo un progressivo crescere e decrescere.


2- La PA misurata in clinica non è diretta, quale si ottiene introducendo un catetere nel sistema arterioso, ma è indiretta mediante un manicotto gonfiabile, collegato ad una colonna di mercurio o ad un sistema digitale. Attualmente si usa sempre più spesso quest’ultimo sul braccio o sul polso. La differenza fra le due localizzazioni è di pochi mmHg. Forse meglio quello da polso che consente un uso più pratico e quindi più facilmente impiegato dai pazienti.


3- I valori della pressione ottenuti sono due: massima e minima. Il primo corrisponde al momento in cui la curva di espulsione del sangue raggiunge il suo massimo, il secondo quando raggiunge il minimo, prima del battito seguente. Da sottolineare quindi che il flusso del sangue trasportatore dell’ossigeno e degli altri alimenti in ogni organo non cade mai a zero, assicurando una continuità di flusso, soprattutto nelle coronarie che ricevono il loro flusso durante la minima e il cervello che non tollera facilmente gli azzeramenti.


4- I valori normali della pressione raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da altri studi epidemiologici sono per gli adulti di 120 mmHg di massima e 80 mmHg di minima, con una tolleranza fino a 140/90. La PA tende ad aumentare con l’età per cui dopo i 60-70 anni risulta “fisiologico” un aumento della massima di 10 mmHg. La minima con l’età avanzata tende a diminuire. Non deve essere trascurata la possibilità di ipertensione in età giovanile (20-30 anni), foriera di cronicizzazione e delle conseguenze relative.


5- Fisiologicamente i valori della PA si riducono durante il sonno e aumentano nell’attività fisica, nelle reazioni emotive e nell’amplesso sessuale.


6- I fattori che favoriscono l’aumento della PA fino a diventare ipertensione, ossia una malattia, sono la familiarità, specie su più ascendenti e collaterali, l’eccesso di sale negli alimenti (oltre i 2-4 grammi nelle 24 ore), le diete ipercaloriche, il caffè o altre droghe, il sovrappeso e l’obesità, nonché l’eccesso di attività fisica, oltre il consentito per l’età e la performance fisica.


7- Nei soggetti normotesi, di età inferiore ai 70 anni, periodicamente controllati e con un “pedigree” favorevole, è sufficiente un controllo annuale. Gli ipertesi invece devono seguire i consigli del proprio medico e con lui concordare l’ora e la frequenza delle automisurazioni. In alcuni casi, onde ottenere un migliore adeguamento della terapia il medico può consigliare il monitoraggio pressorio delle 24 ore, detto impropriamente Holter della pressione.


8- Particolare attenzione si deve avere per la donna in gravidanza poiché in circa il 10% dei casi la PA può aumentare con rischio di preeclampsia, in aumento negli ultimi anni e favorita dalla prima gravidanza in età tardiva. Questa evenienza può incidere poi negli anni successivi nel cronicizzare l’ipertensione e nel favorire le malattie cardiovascolari. Si ritiene che i disordini ipertensivi in gravidanza siano un potente marcatore di rischio, che non va trascurato dal medico. Sono consigliati valori pressori inferiori a 140/90 Hg.


9- Il trattamento dell’ipertensione arteriosa si avvale in primo luogo della correzione dei fattori facilitanti sopra ricordati, con particolare attenzione alla dieta, al sale e al peso corporeo. I farmaci antipertensivi appartengono a varie classi: diuretici, calcio-antagonisti, inibitori del sistema renina-angiotensina, beta-bloccanti, la cui scelta e dosaggio sono compito esclusivo del medico.


10- Dedico l’ultimo punto di questo elenco ad alcune considerazioni sui problemi della pressione in età avanzata: a) maggiore sensibilità del paziente alle variazioni stagionali, alta d’inverno e bassa d’estate, e meteorologiche; b) più frequenti gli sbalzi improvvisi sia iper sia ipotensivi per fattori individuali; c) maggiore sensibilità ai farmaci e la frequente necessità di ridurre le dosi o sospenderne qualcuno; d) il frequente abbassamento della minima che consiglia particolare attenzione nei coronaropatici; e) l’opportunità in alcuni casi di accettare valori superiori a 140/80 onde non sacrificare il circolo cerebrale; f) attenzione alla cosiddetta ipotensione ortostatica, la caduta di pressione mettendosi in piedi, per la quale è necessaria una valutazione medica particolare.


Eligio Piccolo
Cardiologo